La mastoplastica riduttiva o riduzione mammaria è l’intervento predisposto a migliorare l’aspetto di mammelle voluminose mediante la riduzione del loro volume ed il loro rimodellamento.
Un seno troppo sviluppato può comportare problemi nella vita di tutti i giorni, sia essi fisici, ma anche psicologici legati ad un vero e proprio disagio nella vita sociale. Conseguenze di un seno spropositato possono essere una errata postura con deformazioni della colonna vertebrale, dolore continuo per il peso eccessivo, macerazione del solco mammario ed in alcuni casi problemi respiratori.
L’intervento produce la riduzione di sintomi quali dolore, senso di fastidio alle mammelle, alle spalle, al collo, ed alla porzione alta della colonna vertebrale.
Anche se non molto conosciuto rispetto all’intervento di mastoplastica additiva, la mastoplastica riduttiva è un intervento abbastanza comune e può produrre sostanziali benefici per molte pazienti.
Dettagli sull'intervento
La mastoplastica riduttiva è l’unico intervento che consente alle donne di ridurre notevolmente e in modo proporzionato il volume del seno. Può essere abbinato al lifting del seno (mastopessi), che riposiziona e modella anche i capezzoli.
Spesso consigliata anche in ambito ortopedico, la mastoplastica riduttiva garantisce risultati eccellenti di natura sia funzionale che estetica.
Infatti l’operazione di riduzione del seno è perlo più funzionale, in quanto è l’unico rimedio in grado di agire efficacemente contro gli effetti dell’odiosa e inoccultabile gigantomastia (seno enorme), un peso che molte donne, spesso anche giovanissime, si portano “davanti” per tutta la vita.
I danni causati dalla gigantomastia possono condurre a disagi e dolori cronici, spesso irrimediabili, anche di grave entità, soprattutto alla circolazione linfatica e ai muscoli delle spalle, questi ultimi causati a loro volta dall’inevitabile utilizzo di reggiseno contenitivo, che diventa un vero strumento di tortura.
Si esegue sempre in anestesia generale e il suo risultato è immediatamente visibile.
Tutte le pazienti con mammelle di eccessiva dimensione e con problemi di tipo funzionale quali dolori cronici irrimediabili a carico dei muscoli delle spalle, alterata postura, macerazione e/o ulcere della cute a livello dei solchi sottomammari possono sottoporsi a questo intervento.
La riduzione del seno può essere eseguita a qualsiasi età dopo che le mammelle sono completamente sviluppate.
L’intervento di mastoplastica riduttiva è controindicato nelle pazienti con malattie croniche o che comportino un elevato rischio correlato all’intervento (diabete conclamato, malattie dell’apparato cardiovascolare, malattie respiratorie, ecc.).
L’intervento viene eseguito in anestesia generale che verrà praticata da un anestesista. Disegni e misurazioni. Essi sono parti integranti ed essenziali in preparazione dell’intervento. Si eseguono prima dell’anestesia a paziente in posizione eretta; rappresentano una guida per le incisioni durante l’operazione quando la paziente e in posizione supina. Dunque la mastoplastica riduttiva consiste in una tecnica di asportazione chirurgica ragionata di tessuto ghiandolare in eccesso, nel sollevamento della ghiandola mammaria e nel riposizionamento (spesso anche riduzione) del capezzolo: è una vera e propria ristrutturazione del seno ingombrante e cadente.
L’intervento di mastoplastica riduttiva si svolge in anestesia generale ed ha una durata variabile fra le due e le tre ore e mezza.
Diverse sono le tecniche disponibili e, di fatto, la scelta deve essere fatta a seconda dell’entità della riduzione e della necessità di rimodellamento dei tessuti. L’abilità e l’esperienza del chirurgo consentono di scegliere la metodica più appropriata al singolo caso ricordando che l’obiettivo fondamentale è di ottenere un seno di volume adeguato, forma piacevole con cicatrici meno evidenti possibile. È bene sottolineare che sono di gran lunga preferibili cicatrici un po’ più estese su un bel seno piuttosto che cicatrici più contenute su un seno di forma insoddisfacente o con un’areola sproporzionata.
Le cicatrici lasciate da questo intervento, quantunque tendano a rendersi meno evidenti con il tempo, sono permanenti.
In tutti i casi vengono eseguite suture con punti interni (sutura intradermica) per fare in modo che la cicatrice residua sia lineare, sottile il più possibile e senza segni ai lati dovuti all’entrata e all’uscita dell’ago.
Le differenti tecniche utilizzate possono dare come risultato una cicatrice dei seguenti tipi:
- Periareolare, cioè attorno all’areola, questa tecnica viene generalmente usata per seni giovani con un buon tono cutaneo dove la quantità di tessuto da asportare sia modesta;
- Verticale, comprende la cicatrice peri-areolare e una cicatrice verticale. Arriva fino al solco sottomammario;
- Trasversali, ad “L” o a “T invertita”, sono tecniche utilizzate quando bisogna asportare grandi quantità di tessuto mammario. Quest’ultima cicatrice orizzontale è situata nel solco mammario e può essere lunga da pochi fino a 6-7 centimetri ed oltre di lunghezza.
Occasionalmente può essere necessaria una revisione delle cicatrici per ottenere un risultato estetico ottimale. Queste revisioni possono essere eseguite in anestesia locale con un piccolo intervento.Spesso può essere opportuno associare una liposuzione di modellamento dei quadranti esterni e della regione ascellare per migliorare ulteriormente il risultato. Attraverso le incisioni cutanee vengono asportati i segmenti ghiandolari prescelti ed i tessuti mammari residui vengono liberati sul piano profondo separandoli dal muscolo pettorale e riposizionandoli nella sede più opportuna. Generalmente vengono posizionati dei drenaggi che vengono mantenuti per 24-72 ore. L’intervento si conclude con una medicazione modicamente contentiva da mantenere per 48 ore.
Le complicanze sono rare e generalmente rispondono con prontezza ad un trattamento appropriato senza efetti sgradevoli sul risultato finale dell’operazione. Se si verifica sanguinamento dopo l’operazione, il sangue può accumularsi nella mammella e richiedere l’apertura di una delle ferite, al fine di rimuovere il sangue accumulato. Per quanto riguarda la perdita di sensibilità del capezzolo, generalmente è temporanea e si riacquista completamente con il tempo. Occasionalmente può essere necessario una revisione di qualche cicatrice al fine di ottenere un risultato estetico ottimale. La revisione è un intervento minore e può essere eseguiito in anestesia locale, ambulatoria.
Il periodo post-operatorio è caratterizzato dalla presenza di un edema, o gonfiore, che tenderà a diminuire a partire dal terzo e quarto giorno dopo l’intervento, persistendo per settimane o alcuni mesi. Dopo l’operazione è consigliato indossare un reggiseno confortevole che non dovrà essere tolto per almeno 3 mesi (ad eccezione dei momenti per l’igiene personale). Dopo 5 giorni dall’operazione si provvederà alla rimozione delle suture.
Nella prima settimana si consiglia alla paziente un periodo di rigoroso riposo evitando qualsiasi sforzo fisico; nelle 2 settimane successive la paziente dovrà dormire in posizione supina e potrà riprendere gradualmente le normali attività fisiche (guidare, passeggiare, lavorare). Dopo 3 settimane sarà in grado di riprendere l’attività sessuale, i bagni di sole, i viaggi. Potranno essere riprese le attività sportive leggere dopo 3 settimane mentre sarà preferibile attendere per lo meno 6 settimane per gli sport più intensi. In generale è bene che le pazienti che si sottopongono a mastoplastica riduttiva non cerchino di allattare dopo essere state operate. L’allattamento comunque, provoca un ingrossamento della mammella che vanificherà il risultato dell’operazione. In alcuni casi l’allattamento sarà impossibile per la rimozione di gran parte delle ghiandole.
Preparazione all'intervento
La mastoplastica riduttiva è un intervento di chirurgia estetica che consiste nella riduzione del volume delle mammelle e nel miglioramento, mediante rimodellamento, del loro aspetto nei casi di iperplasia.
Prima dell’operazione la paziente deve leggere e firmare un consenso informato all’intervento che viene controfirmato dal chirurgo, dove sono descritte tutte le notizie che riguardano l’intervento: modalità, tecnica utilizzata, anestesia, convalescenza, rischi e possibili complicanze. È consigliabile evitare di assumere aspirina o farmaci che la contengano per 2 settimane prima e 2 settimane dopo l’intervento. Le pazienti in trattamento con contraccettivi orali dovrebbero interrompere l’assunzione di tali farmaci un mese prima dell’operazione.
L’intervento, che consiste nell’asportazione di una parte di cute, di grasso e di ghiandola, determina l’innalzamento del complesso areola-capezzolo e il rimodellamento dei tessuti circostanti. Viene eseguito in anestesia generale ed ha una durata complessiva di circa 3 ore. Prima dell’intervento vengono eseguiti disegni e misurazioni sulla paziente in posizione eretta, che rappresentano una guida per le incisioni durante l’operazione. Le cicatrici lasciate da questo intervento, quantunque tendano a rendersi meno evidenti con il tempo, sono permanenti. Si tratta di una cicatrice circolare intorno all’areola, una nel solco sottomammario ed una cicatrice verticale che le unisce. Non vi sono cicatrici al di sopra dell’areola. Il risultato della mastoplastica riduttiva sarà naturale.
Il periodo post-operatorio è caratterizzato dalla presenza di un edema, o gonfiore, che tenderà a diminuire a partire dal terzo e quarto giorno dopo l’intervento, persistendo per settimane o alcuni mesi. Dopo l’operazione è consigliato indossare un reggiseno confortevole che non dovrà essere tolto per almeno 3 mesi (ad eccezione dei momenti per l’igiene personale). Dopo 5 giorni dall’operazione si provvederà alla rimozione delle suture. Nella prima settimana si consiglia alla paziente un periodo di rigoroso riposo evitando qualsiasi sforzo fisico; nelle 2 settimane successive la paziente dovrà dormire in posizione supina e potrà riprendere gradualmente le normali attività fisiche (guidare, passeggiare, lavorare). Dopo 3 settimane sarà in grado di riprendere l’attività sessuale, i bagni di sole, i viaggi. Potranno essere riprese le attività sportive leggere dopo 3 settimane mentre sarà preferibile attendere per lo meno 6 settimane per gli sport più intensi. In generale è bene che le pazienti che si sottopongono a mastoplastica riduttiva non cerchino di allattare dopo essere state operate. L’allattamento comunque, provoca un ingrossamento della mammella che vanificherà il risultato dell’operazione. In alcuni casi l’allattamento sarà impossibile per la rimozione di gran parte delle ghiandole.
Le complicanze sono rare e generalmente rispondono con prontezza ad un trattamento appropriato senza efetti sgradevoli sul risultato finale dell’operazione. Se si verifica sanguinamento dopo l’operazione, il sangue può accumularsi nella mammella e richiedere l’apertura di una delle ferite, al fine di rimuovere il sangue accumulato. Per quanto riguarda la perdita di sensibilità del capezzolo, generalmente è temporanea e si riacquista completamente con il tempo. Occasionalmente può essere necessario una revisione di qualche cicatrice al fine di ottenere un risultato estetico ottimale. La revisione è un intervento minore e può essere eseguiito in anestesia locale, ambulatoria.