L’intervento di otoplastica ha come scopo quello di correggere la forma e/o la dimensione di una o entrambe le orecchie. La correzione principalmente effettuata è quella delle orecchie a ventola, denominate anche orecchie a sventola, prominenti o ad ansa.
In questi casi è opportuno che il chirurgo estetico-plastico riporti il padiglione delle orecchie più vicino al capo per evitare problemi psicologici esistenti soprattutto nell’età scolare.
Se la correzione delle orecchie prominenti avviene verso i 6-7 anni l’intervento deve essere condotto in anestesia generale e con ricovero di una notte, se invece l’operazione di otoplastica è rimandata fino all’età di 11-12 anni è possibile l’anestesia locale senza ricovero.
L’intervento di otoplastica non consente di diminuire la grandezza dei padiglioni ma solo di renderli meno evidenti nella loro proiezione.
Quest’intervento è indicato nei casi di:
- Orecchie a ventola;
- Orecchie troppo grandi o troppo piccole;
- Orecchie con anomalie della forma;
- Differenza di forma e/o dimensione tra le due orecchie;
- Lobo fissurato o con schisi (lobo aperto al centro, generalmente causato da orecchini troppo pesanti).
Dettagli sull'intervento
Non esiste un’età ben precisa per affrontare tale intervento. In passato la maggior parte dei pazienti era costituita da bambini e adolescenti, mentre oggi un’alta percentuale dei pazienti è data anche dai giovani e dagli adulti.
L’età minima in cui si può intervenire è di 6 anni circa.
È sconsigliato effettuare tale operazione nei primi anni di vita, in quanto il bambino subisce successivamente un ulteriore sviluppo corporeo, quindi anche un cambiamento della forma e della dimensione. L’età minima per sottoporsi ad otoplastica è di circa 6 anni. Si sconsigia l’intervento inoltre a tutti quei pazienti affetti da patologie importanti.
L’esame clinico e fotografico deve consentire al chirurgo estetico-plastico di escludere malformazioni associate soprattutto a livello della mandibola.
Se oltre alla prominenza il padiglione è anche deformato, l’intervento sarà più complesso ed il risultato non sempre ottimale.
Preparazione all'intervento
I pazienti non devono assumere per circa 10 giorni farmaci anticoagulanti come ad esempio acido acetil salicilico, ascriptin, aspirina, vivin c etc, etc.
Gli esami richiesti sono la routine ematochimica, emocomo con formula, coagulazione ed unelettrocardiogramma refertato da cardiologo.
In tutti i difetti da correggere la procedura comprende modifiche e/o asportazioni a livello della cute e della cartilagine auricolare. Quest’ultima è la struttura principale che, oltre a dare sostegno, ne dà la forma e la grandezza.
Nel caso delle orecchie a sventola si procede ad eliminare la pelle e la cartilagine in eccesso, rimuovendo queste ultime attraverso la faccia posteriore dell’orecchio. In questo modo la cicatrice che residua sarà ben nascosta e poco visibile. Si procede a modificare e migliorare la forma di determinate zone dell’orecchio, come le pieghe dell’antielice.
Non c’è nessun rischio a livello del condotto uditivo esterno in quanto quest’ultimo, tramite un disegno pre-operatorio, viene escluso dall’atto chirurgico.
La durata dell’intervento chirurgico può variare dai 45 minuti fino ad oltre 2 ore, a seconda del difetto da correggere.
Generalmente, salvo situazioni particolari, l’intervento di otoplastica viene effettuato in anestesia locale e sedazione. Al termine dell’operazione il paziente verrà immediatamente risvegliato per essere totalmente cosciente nell’arco di circa un’ora.
Tale anestesia permetterà inoltre di non avvertire alcun dolore fino a 4-5 ore dopo l’intervento.
Il paziente non può dormire di fianco sui padiglioni, ma supino con il capo leggermente elevato.
Per i modesti dolori durante la prima notte si prescrive un blando analgesico.
Nella dieta devono essere evitati i cibi che comportino una masticazione prolungata.
Il primo controllo è eseguito il giorno successivo all’intervento e quindi dopo sei giorni per la rimozione dei punti e del bendaggio.
Nelle due settimane successive, solo durante la notte, il paziente deve portare una contenzione per evitare il ripiegamento del padiglione.