L’ortognatodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di prevenzione e trattamento delle malposizioni dei denti e dei mascellari (“Orto” = dritto; “gnato” = ossa mascellari; “donzia” = denti).
Gli obiettivi dell’ortognatodonzia sono:
- raggiungere un buon allineamento dei denti,
- ottenere una efficiente funzione masticatoria,
- raggiungere una buona estetica del sorriso,
- ottenere e/o migliorare la salute dei denti e del parodonto,
- mantenere nel tempo i risultati ottenuti.

Le cause delle malocclusioni sono molteplici.
Alcune sono ereditarie:
- affollamento dentario,
- diastemi interdentali (cioè presenza di spazio tra i denti),
- Denti soprannumerari (in più rispetto al numero giusto),
- agenesie (mancanza di uno o più elementi dentali),
- Prognatismo (mascellare superiore ipersviluppato),
- progenismo (mandibola ipersviluppata).
Le altre cause sono ambientali:
- succhiamento del pollice,
- succhiamento del ciuccio oltre i 4 anni,
- deglutizione infantile con interposizione dei denti,
- respirazione orale,
- tonsille,
- adenoidi ipertrofiche,
- deviazione del setto,
- allergie,
- perdita precoce dei denti decidui o permanenti.
È consigliabile effettuare una visita dallo specialista in ortognatodonzia dai 3 ai 6 anni per intercettare ed eliminare precocemente eventuali disarmonie dentali e/o scheletriche. La terapia precoce e intercettata previene l’instaurarsi delle malocclusioni.
L’ortognatodonzia è una scienza che si avvale di cure e strumenti medici che vengono decisi in base alla condizione clinica del paziente, a seconda della gravità. Esistono apparecchi fissi e mobili, visibili e invisibili, a trazione extra-orale, espansori del palato e una serie di dispositivi per ogni tipo d’intervento.
Nei casi di malocclusione si procede con l’ esame obiettivo, di diagnostica per immagini, quali la TAC, la teleradiografia latero-laterale, rx del cranio e l’ ortopanoramica.
L’anamnesi comprende anche la raccolta d’informazioni sulle abitudini del soggetto e si differenzia in base all’età: le cure si diversificano da un soggetto giovane a uno adulto.
L’adulto infatti presenta, nella maggior parte dei casi, una situazione consolidata di disarmonia dell’apparato stomatognatico che spesso viene evidenziati come “difetti del sorriso”, quindi nell’ottica di un ripristino della gradevolezza estetica del soggetto.
Per correggere tali difetti bisogna preventivamente procedere al calco della dentatura, in modo da definire il tipo di apparecchio ortodontico da applicare.
Nel caso di difetti scheletrici congeniti, soprattutto dell’osso mascellare, si rende necessario anche un intervento di chirurgia orale che possa facilitare il lavoro dell’ortognatodontologo. Si applicano apparecchi ortodontici e, in loco di quelli tradizionali in metallo che provocano disagio psicologico, si preferiscono quelli invisibili come l’apparecchio linguale o il bite. Se non si può fare a meno della struttura in metallo si utilizzano gli agganci in ceramica, meno evidenti.
Il bite serve a correggere il bruxismo, cioè la tendenza a digrignare e consumare i denti, soprattutto durante il sonno.
Le stesse tecniche si usano in soggetti adolescenti, dove la disfunzione viene corretta seguendo la crescita e le modificazioni ossee
Il soggetto recupera la perfetta funzionalità masticatoria, fonetica, respiratoria, estetica e un benessere generalizzato a carico dell’intero apparato osteo-articolare, affrontando serenamente la vita di relazione ed eliminando il disagio psicologico con un sorriso pressoché perfetto.